thank you for surprising me

Ho fatto anche la seconda dose di vaccino e oggi mi sento un po’ più leggera.

Più giusta verso gli altri, di aver fatto il mio dovere e di dover anche ringraziare per tutta la gentilezza che ho trovato al palazzo delle scintille (non me ne vogliano i non Milanesi per questa localizzazione) per tutti i sorrisi e le spiegazioni su dove andare e cosa fare. GRAZIE … e allora ho pensato a quanti grazie ho e non ho detto … e ho pensato a Baricco che diceva che a volte non bastano le parole e allora servono i colori e le forme e le note e le emozioni anche per dire GRAZIE. E alla gentilezza che non ce n’è mai abbastanza, perché sempre di più siamo parchi nel elargirla, tutti sempre più pronti a tirare un vafXXXXXXX per strada, che non un buongiorno ad uno sconosciuto. Ma perché? A volte mi chiedo quale carogna ci dimora dentro. Tutti pronti ad azzannare alla gola, a fare la morale, a criticare, invece di fermarsi, sorridere, salutare, ringraziare ed essere felici… ma Se vogliamo che la nostra specie sopravviva, se vogliamo trovare un significato alla vita, se vogliamo salvare il mondo ed ogni essere senziente che lo abita, l’amore è l’unica e l’ultima risposta. E questo lo diceva Einstein molti anni fa riferito all’amore di coppia, ma vale per l’amore in generale, in un concetto più ampio, amare ed essere grati è la risposta. IMPARIAMOLO TUTTI.

E visto che sto sempre in bilico tra il serio ed il faceto, sicuramente grazie me lo dicono i miei piedi e la mia schiena perché ho smesso di portare tutti i giorni 8/10 cm di tacchi, non tanto perché in fatto di moda i tacchi alti non stanno attraversando un buon periodo e nella vita di ogni giorno sono sempre più messi da parte in favore di scelte alternative - qui concedetemi una piccola digressione: abbiamo visto tutti quali sono i trend questa estate, non parlo solo di friulane (e questa volta non ve lo dico io ma COSMOPOLITAN), ma slingback, sandali super intrecciati, ciabattine flat o con micro tacchi, insomma un gran numero di alternative senza dover per forza scegliere un paio di sneakers (che ci stanno comunque anche quelle) - ma perché la mia vita è cambiata tanto ed i tacchi alti oggi li lascio solo alle serate particolari (che torneremo a fare statene pur certi) mentre per il giorno prediligo le alternative sopra, per non parlare poi dell’inverno che ha 1000 e ancor più alternative al tacco, ma ne riparleremo in autunno …

Per cui mi sono posta una domanda, davanti ad un armadio popolato per il 50% di tacco 10, considerando che non sono le scarpe più adatte da dare in beneficienza, voglio entrare anch’io nel mondo della vendita dell’usato e vendere i miei tacchi (alcuni mi vergogno anche a dirlo, usati solo un paio di volte)? Per mia figlia la risposta è tassativamente NO, perché lei spera ancora che le cresca il piede e di poter arrivare al mio 39 e quindi di poter un giorno mettere le mie scarpe, ma si sa “Little girls with dreams become women with vision” :), ovviamente la cosa mi inorgoglisce molto perché so che sono scarpe FAVOLOSE (anzi più ne parlo e più faccio fatica a pensare di separarmene) però con un po’ di obiettività “Tutti riproviamo i vecchi vestiti (o scarpe) ogni tanto e ci sorprendiamo che ci stiano ancora, ma non significa che dobbiamo necessariamente indossarli ancora”. Ben sapendo che la consapevolezza è indispensabile anche quando si sa di sbagliare, se un giorno mi dovessi pentire, almeno sarò certa di essermi documentata a sufficienza prima di affrontare questo mondo.

Il mercato della moda circolare ha un valore potenziale di 5mila miliardi di dollari, il 63% in più dell’industria della moda tradizionale, direi quindi che oltre ai siti su cui mi sono documentata io, ci sarebbe un mondo da scoprire. Ci sono alcune basi fondamentali comuni a tutte le piattaforme:

  • alcuni brand non passano mai di moda, sono quindi sempre richiesti e con ottime quotazioni, altri invece seguono le mode e non durano più di un paio di stagioni quindi meglio compare e vendere in fretta (diciamo che questa non era una grande scoperta)
  • anche qui i social aiutano, nello specifico Instagram è il miglior mezzo per conoscere i brand del momento
  • seguire la stagionalità dei prodotti offerti
  • entrare nel circolo del venditore seriale
  • migliore è l’immagine più rapida è la vendita (e direi che anche in questo caso non hanno scoperto l’acqua calda)
  • descrizione dettagliata ed onesta, se si omettono difetti si viene penalizzati
  • benchmark con prodotti simili per definire il prezzo
  • essere attivi, reattivi e socializzare con la community di chi acquista e vende

DEPOP: made in Italy, acquistata da Etsy per 1,6 mld di dollari. Il funzionamento è molto simile a quello delle altre piattaforme utilizzabile sia da browser che tramite applicazione, permette di vendere, scambiare e acquistare capi di abbigliamento, scarpe e accessori, ma anche altri articoli come ad esempio oggettistica vintage e fumetti. Dopo l’iscrizione, gratuita, si possono creare gli annunci con i capi da vendere, che verranno automaticamente inseriti sulla piattaforma. Una volta venduto l’articolo, l’utente dovrà spedire il prodotto all’indirizzo dell’acquirente e il pagamento sarà automaticamente accreditato.

VINTED: Nel 2008 Milda stava per cambiare casa, ma aveva troppi vestiti da portare con sé. Allora Justas creò un sito web per aiutarla a regalare i suoi capi agli amici. Ben presto anche i media si interessarono alla vicenda, e i due capirono di aver creato qualcosa di grande: fu così che nacque Vinted. Oggi in Vinted lavorano circa 500 persone ed ha una community di circa 37 milioni. Il prezzo medio in questo caso è molto basso.

VESTIAIRE COLLECTIVE: caratterizzato da un attentissimo controllo della qualità ed originalità di tutti gli articoli, da parte di stilisti e commessi online, è nato nel 2009 e oggi vanta un catalogo di circa 600k pezzi. Proclamano due pilastri fondamentali:

- Vendiamo solo ciò che amiamo: per questo il nostro curation team accetta solamente articoli che rispondono agli standard prestabiliti.
- Contrastiamo la contraffazione grazie al nostro team interno di esperti qualificati.

Appartenendo al pleistocene, non so se sarò in grado di compiere questo passo, però trascinata dall’ondata di ottimismo con cui ho iniziato questa mail, per far girare l’economia, ho prenotato un paio di spettacoli a teatro per l’autunno e se ancora non mi sarò messa almeno un tacco 10 allora forse penserò di venderli...