... that photo where you smiled and didn't look

Ho ricevuto un bellissimo regalo per il mio compleanno

... uno di quelli che ti fa piangere appena lo apri. Un album di fotografie con l’inizio di una vita e poi l’invito a riempire le altre pagine.

Vengo da una famiglia che ha sempre amato le foto, sempre, anche se il tentativo era quello di guardare l’obiettivo e sorridere ed i risultati erano per lo più disastrosi, come adesso d’altronde, ma comunque sempre foto a testimonianza, delle vacanze, dei compleanni, delle feste, delle reunion familiari, ma non solo … a volte foto fatte da noi bambine ai miei genitori che sorridevano e si abbracciavano.

 

Ed ho pensato tanto a quanto la nostra era digitale ci abbia portato via il gusto di stamparle quelle foto, ma anche abbia ovviato al problema di scoprire dopo un bellissimo viaggio, che purtroppo di Tokio del 1997 sono rimaste solo 4 o 5 fotografie buone.

E a quando poi è arrivata Tina Modotti (di cui andrò a vedere la mostra al MUDEC nei prossimi giorni): operaia, attrice, modella, fotografa, attivista che ha aperto la strada. Perché prima di lei la fotografia non era ritenuta arte, ma solo un mezzo per documentare fatti storici o per realizzare dei ritratti il più realistici possibili rispetto ai dipinti. Perché è lei che ha gettato le basi della straight photography, la fotografia vera, quella di “strada”, nel Messico post-rivoluzionario dove aveva seguito un gruppo di amici intellettuali; i primi scatti ai fiori, alle prospettive architettoniche e poi i primi reportage delle manifestazioni dei lavoratori dei campesinos.

Amica di Frida Kahlo e Diego Rivera, cittadina del mondo, sempre fedele agli ideali di libertà e pari dignità per tutti, ha vissuto una vita piena travolgente, ricca di passione, come la poesia che Neruda ha scritto per lei in occasione della sua prematura morte. Insomma uno spunto per questo Settembre, sicuramente di andare a vederla, sia che amiate la fotografia o meno ... e poi di vivere la vita così … con passione per tutto quello che facciamo, all’insegna della libertà di espressione e di vita, mettendoci impegno, sempre e tanto.

Sono i tuoi, sorella: quelli che oggi pronunciano il tuo nome,
quelli che da tutte le parti, dall’acqua, dalla terra,
col tuo nome altri nomi tacciamo e diciamo.
Perché non muore il fuoco.

In memoria di Tina Modotti, Pablo Neruda, 5 gennaio 1942

Ah mi sono iscritta ad un corso di fotografia (serio) e finalmente oltre a compensare una esigenza lavorativa, corono un sogno … il prossimo è il corso di tango e chi ha orecchie per intendere intenda.