Milano a portata di mano
Milano 3 milioni respiro di un polmone solo che come un uccello gli sparano ma anche riprende il volo … Si ancora Lucio Dalla, perché ogni canzone mi da il pretesto per iniziare un nuovo discorso.
Milano oggi la guardo e penso che mi piace proprio e non vorrei vivere da nessun’altra parte, e penso anche a come è cambiata in tutti questi anni in cui l’ho vissuta da spettatrice: sono partita dagli oh bej oh bej con gli occhi di bambina, passando per il Melting Pot della fiera di Sinigaglia che mi dava sempre tante soddisfazioni, e le discoteche oh le discoteche … qui potrei aprire un capitolo a parte su come potevo passare dal Plastic, al Rolling Stones con deviazioni allo Shocking e ovviamente all’Hollywood e qualche incursione al Nepentha, e per non tediarvi mi fermo qui, perché avrei ancora qualche perla, ma che forse è meglio che tenga per me. Con qualche anno in più e un maggior equilibrio tra la vita diurna e quella notturna ho scoperto poi anche i musei, le strade e i luoghi, i miei negozietti, i locali e i ristoranti dove potersi veramente deliziare con qualsiasi cosa ti passi per la testa (in barba anche ai nostri amici romani che dicono che a Milano i carboidrati non li servono).
Oggi me la godo in bicicletta, per lavoro, per commissioni, per svago, quando c’è il sole, ma anche quando fa freddo freddo (mai come questo inverno) e mi piace tanto girarla in bicicletta, perché scopro sempre qualche angolo o via di cui prima ignoravo l’esistenza e ho respirato camini accesi e gelsomini in fiore e il suo cielo azzurro (alla faccia di chi dice che a Milano non si vede), mentre sfreccio con la mia bici un po’ arrugginita ma a prova di furto, mi ha consolato e rasserenato. Milano mi piace perché ti avvolge e ti trasforma anche se qui non ci sei nato, io l’ho scelta e mi trovo spesso a difenderla da chi “la usa o l’ha usata”, ma poi preferisce sempre vivere in provincia e continua a criticarla. Mi piace, perché mi da tanto, anche se oggi la sento sofferente, un po’ come lo siamo tutti noi, qualcosa ce lo hanno tolto, oggi non sento Milano che ride e si diverte e anche questa MFW digitale, qualcosa le ha tolto.
Anch’io come tutti o come molti, mi sono guardata le sfilate su MFW Camera Moda e l’ho trovato sicuramente un onore… potermi sentire partecipe e vedere tutto e farmi una mia idea subito -senza nessun filtro- rimanere folgorata e trovare gli spunti per i miei must have, senza doverli recepire rielaborati … però, senza voler essere impopolare, questa fashion week digitale mi ha messo un po’ di tristezza, perché ha tolto un po’ di quella magia, di struscio, di street style, che impregnava Milano in questo periodo, capisco tutto, e Dio abbia in gloria tutti gli strumenti digitali che in questo ultimo anno ci hanno permesso di lavorare, studiare, essere iper connessi o anche solo chiacchierare con amici e parenti, però l’allure di un tempo, dove è finita?
Lo so tutto cambia … “anche noi cambiamo un giorno vorremmo morire e il giorno dopo invece siamo pazzi d’amore” d’altronde LVMH qualche giorno fa ha acquisito la maggioranza di Birkenstock (che quando l’ho commentato a mio marito si è chiuso in un momento di riflessione depressa) facendo un po’ vacillare il concetto di fashion e lusso (direi anche cadere dai tacchi)… per cui in un’epoca dove ci siamo dovuti privare degli abbracci, delle strette di mano e delle ammucchiate sui divani …. Chi sono io per lamentarmi di una fashion week ridisegnata, cambiata, modificata, reinventata, ma che comunque c’è stata e ha fatto lavorare e parlare di se? Posso solo augurare alla mia Milano di essere di nuovo calpestata dalle migliaia di passi che mancano da tempo e ammirata con gli stessi occhi intensi e curiosi di chi in prima fila, guarda la sua prima sfilata.
Milano piovuta dal cielo
Tra la vita e la morte ... continua il tuo mistero