Di mezze stagioni che sono più del dovuto e di pigiami e Friulane che non sono mai abbastanza

Io credo nella magia, nelle sorprese, nella buona musica, nei pensieri belli, nelle chiacchiere con gli amici e nel potere terapeutico di un bicchiere di vino rosso...

per cui penso che il dolore esiga di essere vissuto, ma poi bisogna anche rimboccarsi le maniche e cercarsi la propria felicità (perché si sa che chi cerca trova …) chiedendosi se vale la pena di continuare a lamentarsi, di perpetrare modelli comportamentali per noi dannosi che non sopportiamo, ma in cui ricadiamo sempre, perché poi come diceva Tolstoj tutti pensano a cambiare il mondo, ma nessuno pensa a cambiare se stesso e invece penso che sia un buon momento, perché stiamo uscendo (se Dio vuole) da un momentaccio e la storia ci insegna che non ci sono momenti più prolifici in termini di idee e azioni, di quelli dopo le catastrofi. A volte le cose arrivano impetuose, inaspettate ma in modo naturale, come la pioggia dopo il primo tuono dei temporali estivi e non si può fare altro che assecondarle, altre volte invece bisogna lavorarci un po’ su e avere pazienza (più di quanta ne abbia io quando devo fare asciugare lo smalto), ma siamo migliori di quello che crediamo, per cui forza … nuova vita, nuove idee, nuove NOI, perché solo gli stupidi rimangono coerenti tutta la vita. E anche se mentre scrivo il post che vi manderò come newsletter nei prossimi giorni, guardo le previsioni (come tutti) e vedo solo nuvolette, emano positività da tutti i pori … o almeno ci provo e vi propongo 4 pezzi da indossare in questi giorni in cui ancora non abbiamo capito che stagione voglia essere. Forse una mezza stagione ... che non si vedeva più dagli anni 80 ... sia chiaro, favolosi per tutto, però un conto è sentirsi di nuovo ragazzini con un paio di jeans a vita alta spiegando ad una figlia teen che non li hanno inventati loro ed un altro dover sovvertire una delle ultime certezze che avevamo NON ESISTONO PIU' LE MEZZE STAGIONI.

Kimono, perché li amo e ne cerco sempre di nuovi, perché sono più leggeri rispetto ad un trench, perché ti permettono di mettere sotto qualsiasi cosa, dalla t-shirt con jeans e sneakers, al tacco alto con pantalone palazzo e canotta di seta, passando da camicia in jeans e pantaloncino. Qualche idea sui miei preferiti, rimpiangendo sempre di non averne acquistato uno in un negozietto “bon bon” in Abbot Kinney a Venice, prima di cenare da Butcher’s Daughter ristorante che tra l’altro vi consiglio per il menù VEG degno di nota. La place du soleil super colorati, Laross unconventional (da giornalista di moda a designer di Kimono metropolitani pazzeschi) e Beatrice B made in Italy con le versioni anche più strutturate a giacca.

Un pigiama per uscire, che in realtà è un vero e proprio pigiama e può essere portato sia spezzato che a completo, io li adoro, in seta, con fantasie intense come questi di Kleed. Da utilizzare come giacca sopra una camicia di qualsiasi tessuto o t-shirt o a pelle con un reggiseno importante e una cintura che cinge la vita. Altri due esempi  per budget diversi The sleeper brand ucraino e Angela made in Italy, ma ce ne sono veramente tanti altri degni di nota: F.R.S. (che ha anche kimono bellissimi ma decisamente expensive) HoliHoli, Folkloore e ovviamente non poteva mancare l’americana più famosa di Milano LaDoubleJ che per chi ancora non sapesse, ha aperto il suo concept store in via Sant’Andrea.

Cinture, a volte un po’ bistrattate ma fondamentali per dare quel tocco in più a qualsiasi outifit. Qualche mese fa nel cambio di stagione mi sono resa conto di avere alcuni pezzi interessanti però un po’ datati che si appoggiavano sul fianco spezzando la figura, ma non delineando bene le forme, per cui in ottica di reuse ho fatto un passaggio dal calzolaio (che è sempre buona cosa nei cambi di stagione, per un tagliando a scarpe, sandali o stivali) e con qualche buco in più sono diventate perfette per segnare la vita nel modo giusto. Mi piacciono anche tutte quelle che hanno un po’ l’effetto nodo

Friulane, cos’altro dire? Oggetto di svariati articoli sulle scarpe più desiderate delle ultime 4 o 5 primavere (e anche estati), le friulane sono nate come scarpe povere nelle valli del Friuli; le donne le realizzavano con materiali poveri e di scarto, successivamente le impreziosivano e ricamavano per poterle utilizzare nei giorni di festa. Quando sono arrivate a Venezia sono passate prima dai piedi dei gondolieri, che le utilizzavano per non scivolare e poi nelle case dei nobili, che le utilizzavano per sgattaiolare silenziosi nelle camere delle amanti. Sono comode, le mie ancora di più perché hanno all’interno del tallone uno spessore morbido, che non si vede da fuori ma che rende la camminata più confortevole. Ti salvano sempre, sono leggere ma allo stesso tempo chiuse, per cui utilizzabili in ufficio dove io non sono fan del sandalo Capri ed in città dove una scarpa chiusa ci salva, per aspera ad astra, dal tallone color asfalto. Qui poi potremmo discettare sul perché i tacchi bassi siano tornati di moda, ma di questo parleremo un’altra volta.

Con queste 4 pillole (non di saggezza per carità ...) a ricordarci che tutte le cose, anche le più semplici, possono fare la differenza, (dobbiamo solo volerlo) non ci resta che aspettare che finisca la stagione di mezzo.