È tempo di vino rosso che scalda il cuore

Una volta ho letto, entrando in un locale nelle Langhe, questa frase:

siamo tutti mortali fino al primo bacio ed al secondo bicchiere di vino, nella chiesa coi santi ed in taverna coi ghiottoni, amiamo il vino, poiché il diluvio ha dimostrato che i malvagi sono bevitori di acqua. Ed ho pensato, che frase appropriata per definire il potere salvifico di un bicchiere di vino rosso che scalda il cuore.

Le giornate si accorciano, le castagne, il vino rosso davanti ad un camino acceso, le sciarpe morbide da cui lasciarsi avvolgere (a prop siete già andati a vedere le mie nuove??).

Tutto torna, ma poi la vita cambia ed un milione di cose succedono e come tutto si perdono vecchie abitudini e si acquisiscono quelle nuove, sennonché ci vuole tempo per analizzare, per fare e per metabolizzare.

Ed allora Langhe  …  o campagna marchigiana per cambiare? In questo caso la risposta ovviamente è ENTRAMBE, tuttavia mi sono chiesta: ma siamo sicuri che proprio tutto il nuovo, il divenire sia meglio del prima? E soprattutto non pensate anche voi che un cambiamento esiga tempo per non scoprirsi poi fallimentare?!?

Al di la delle considerazioni frivole tipo che Céline ci piaceva solo quando era diretta da Phoebe Philo (e per questo non vediamo l’ora di vedere il suo nuovo brand), o che non si può vedere Beyoncé che impersonifica “colazione da Tiffany”, non voglio cadere nella banalità del “si stava meglio prima” perché non è così, ma non ho intenzione di accettare tacitamente le cazzate del mondo che deve cambiare rapidamente. Veloce. Tutto subito. Senza approfondire, superficialmente.

I cambiamenti fanno bene, ma quando sono meditati, valutati ed accompagnati da analisi su se stessi e sul mondo che ci circonda. Il rapidamente invece mi spaventa e preoccupa, perché porta con se una fisiologica ed insana dose di superficialità.

A cosa porterà la scelta di continuare a cercare qualcosa di nuovo sempre a tutti i costi? Nelle cose, come nei pensieri, smettere di approfondire, non prendersi più il tempo per cercare delle buone informazioni ed accontentarsi di cosa viene urlato più forte o solo ben infiocchettato, non rischia di svilire e banalizzare?

Leggevo qualche tempo fa un calzante articolo su RivistaStudio che spiegava molto bene come abbiamo completamente sostituito la lettura dei quotidiani con uno scroll continuo di profili social e infografiche, perchè sono più rapide, senza approfondire più niente. Tempo per accrescere, tempo per vivere completamente le cose, tempo per ascoltare. Io voglio vedere, sapere, ma voglio darmi il tempo per capire e conoscere, invece sembra che il fattore tempo sia fondamentale, ma a differenza di come recitava uno splendido Richard Gere in Pretty Woman (un milione e mezzo di anni fa) “quanto per tutta la notte”, qui la questione tempo vale solo veramente per pochissimi e per tutti gli altri è veramente solo non voglia di ..., perché poi invece il primo obiettivo è TO DO e TO SHOW a tutti i costi.

Tutto ciò non vuol dire che non dobbiamo conservare il cuor leggero ed il passo veloce per scegliere un weekend autunnale, ma impariamo a vivere più slow per lasciarci sorprendere dal nuovo, ma con molta, molta calma. E buon autunno.